4 Ottobre 2022

Cattolici e politica. Quale ruolo nella società che cambia?

Il dibattito all’Istituto Sturzo lo scorso 20 Settembre

Con un parterre di relatori di primissimo piano, dal direttore di Avvenire Marco Tarquinio al fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi, passando per l’economista Stefano Zamagni, lo storico Agostino Giovagnoli, il sociologo Giuseppe De Rita, il giornalista Marco Damilano, si è svolto lo scorso 20 Settembre il Convegno “Cattolici e politca ieri ed oggi” dove il Presidente dell’Istituto, Nicola Antonetti, ha richiamato, nella sua introduzione, due questioni rilevanti.

La prima apertasi con il Concilio Vaticano nella quale si problematizzò il ruolo politico dei laici. La Costituzione dogmatica Lumen Gentium aggiornò la precedente ecclesiologia. Fissò la concezione del “mistero della Chiesa” e il suo essere “sacramento in Cristo”. Nacque allora un’inevitabile discussione sulle tradizionali modalità di vivere la comunione ecclesiale. Sfumava la concezione paolina della Chiesa come Corpo Mistico che con le sue membra, quindi anche con i laici, cristianizza il mondo (la consecratio mundi dei laici!). Insieme cambia il significato del servizio che i laici offrono: non più e non solo alla società ecclesiale (o ai luoghi politici in cui si è manifestato il bonum umanitatis) ma al “popolo di Dio” che è cosa più ampia e meno definibile dei partiti e dei sindacati cattolici.

La seconda riguarda la trasformazione sociale in atto che investe anche la politica. La “politica” si è dislocata: cioè è uscita dai luoghi tradizionali nei quali si svolgono i processi decisionali.
I partiti non indirizzano più gli iscritti: questi sono orientati per lo più dall’opinione pubblica. E’ nata la cosiddetta “democrazia del pubblico”, che cede verso prospettive leaderistiche e populiste.

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