- Questo evento è passato.
“Luigi Sturzo nell’Italia del secondo dopoguerra” – Giornate di studio
Ottobre 23 @ 10:00 – Ottobre 24 @ 17:00
Dopo più di vent’anni di esilio in Inghilterra e negli Stati Uniti Luigi Sturzo tornò in Italia nel settembre del 1946. Non aveva potuto cogliere direttamente il profondo cambiamento sociale prodotto dalla fine del fascismo, né il fatto che con le lotte della Resistenza si era affermato il ruolo preminente dei partiti antifascisti nella gestione politica delle istituzioni pubbliche. Ciò nondimeno fino alla sua morte nel 1959, non mancò mai di intervenire in modo consapevole su quasi tutte le questioni, di principio e pratiche, che si aprirono nella stagione della ricostruzione democratica del Paese e dello sviluppo dell’Unità europea.
Premessa essenziale e continua di ogni sua presa di posizione fu il costante richiamo all’impegno morale nella gestione di ogni attività pubblica.
L’ottica alla quale Sturzo si ispirò fu quella del superamento dei totalitarismi, sia fascista che comunista, rivendicando l’autonomia delle forme sociali rispetto a ogni tendenza statalista. In tal senso, pur non partecipando ai lavori della Costituente, non mancò di interloquire, e non solo con i rappresentanti della Democrazia Cristiana, sulla definizione costituzionale della nuova forma del governo democratica e dello Stato delle autonomie, privilegiando un inedito sistema di regionalismo cooperativo. Di seguito, prima e dopo la sua nomina a senatore a vita nel 1952 da parte di Luigi Einaudi, Sturzo continuò a intervenire sulle prime fasi di attuazione della Costituzione, talora prendendo anche le distanze da alcune scelte della Democrazia Cristiana. Soprattutto temeva il logoramento del partito cattolico su quelle che gli sembravano scelte politiche pervasive sugli assetti economici da parte dei partiti di governo e delle opposizioni: di qui la lunga denuncia delle tendenze ‘partitocratiche’.
Su questi temi si è svolto il 23 e 24 ottobre 2024 un Convegno di studi associato alle iniziative previste dal Comitato per le celebrazioni degli ottant’anni della Democrazia cristiana.